cara leto,
è già di per sé abbastanza strano scrivere una lettera di questo tipo, ancora di più farlo adesso e in questo modo, ma soprattutto mentre mangi una piadina fatta da te con la farina di Noemi, solo in parte, con cotoletta di ceci riscaldata e pomodorini del negozietto del podere agricolo Pallaqualcosa. Comunque, non sono grandissimi giorni, o meglio, non è un gran periodo. Ti sei lasciata con Giovanni da quasi un mese, un mese che non è stato per niente unidirezionale perché nel mentre ci sono stati tanti momenti dubbiosi e ambigui che hanno fatto mettere in discussione, almeno a te, questa decisione. Vi siete costantemente riavvicinati e riallontanati; l'ultima volta però credi che sia stata definitiva. Non è facile neanche adesso che sai che direzione devi prendere, ogni giorno c'è un pensiero nuovo da affrontare, una paura o un'insicurezza diversa, qualche ricordo che torna forte e prepotente a invadere i pensieri e che mi deporta totalmente dalla realtà quotidiana; a volte solo per pochi attimi e a volte per intere ore, giornate... Adesso forse va un po' meglio, stai iniziando a fartene una ragione e ad accettare questa realtà, ma costantemente temi che il dolore e il dispiacere ti travolgano improvvisamente al solo vederlo per strada con qualcuno, al guardare le sue storie su Instagram temendone i contenuti, al non sapere che fa con chi sta, se sta bene e se già l'ha superata. Tutto questo ti spaventa terribilmente e ti lascia spesso quel peso sul petto che hai sentito così presente quando sei tornata ad Alicante. Hai avuto questa idea un po' strana e da persone strane e introspettive, di cui hai sentito parlare una volta nelle storie di Virginia, Virgitalks. Hai pensato, come dice Tuttelemelediannie, che tutto o quasi poi si aggiusta. Eri un po' curiosa di sperimentare il tempo che serve ad elaborare questo tipo di cose, è stato un dolore intenso e una storia per te tanto importante e credi che il percorso non sia né breve, né facile ma hai anche pensato a tutte quelle volte che hai detto alle persone vicino a te che avrebbero ricordato certi eventi sul momento simil tragici/traumatici con un sorriso o come una buffa storia da raccontare (vedi te e Giulia a Firenze quando avete perso l'ultimo treno per tornare a casa). Ecco allora il perché di questa "cosa", speri per te che tutti questi pensieri negativi, queste gelosie, questi timori e queste insicurezze, questo svegliarsi tristi una mattina su due e avere sempre un momento della giornata più difficile da superare, questo romanticizzare tutti i momenti belli e tutte le cose che avete fatto insieme piano piano diventeranno sempre più lontani, diventeranno bei ricordi e Giovanni soltanto una persona a cui riuscirai a volere solo tanto bene, speri che riuscirai a prenderti in giro per tutte quelle giornate a piangere come una cogliona per uno che non vuole stare più con te e che tante volte ha dato priorità ad altro, che a volte ti ha fatto quasi pesare come un sacrificio la sua presenza e il suo stare con te invece che con altri. Spero che avrai rispetto di te stessa e che non lo cercherai quando ti sentirai sola, che non gli scriverai quando ti mancherà quello che c'era tra di voi, che non lo chiamerai tutte le volte che vorrai sapere come sta, cosa fa e se il suo gatto sta bene. Spero che rispetterai te e la scelta che sebbene non pienamente condivisa avete intrapreso. Spero che non ti paragonerai alle sue future frequentazioni e che sarai abbastanza forte da essere felice per lui, qualunque cosa faccia e qualunque saranno le sue decisioni, spero che non penserai più di non essere stata abbastanza. Spero che ti renderai conto più oggettivamente di tutte le stronzate che ha detto/fatto e di tutte quelle che hai detto/fatto te. Non spero che tu ti dimentichi tutto ciò che di bello c'è stato, non spero che tu lo disprezzi e che tu ti penta di quello che è successo, non spero che tu sia arrabbiata con lui e non spero che smetti di pensare, come adesso, che comunque sia andata tutto questo è stato un dono. Mesi condivisi tra cene, sigarette, libri e tante discussioni, compromessi tra falafel e coca zero, passeggiate, un cammino e una bella quantità di alcool e di notti abbracciati con il cuscino bagnato di bava. Non dimenticare né rinnegare Leto, anche lui aveva iniziato a chiamarti così (come Mato), tranne nei momenti più seri, Leti o Le quando eravamo in discorsi più rapidi o accesi. Se è finita c'era davvero un motivo, non essere triste e invidiosa guardando le coppie innamorate per strada, tutti abbiamo i nostri problemi, e l'apparenza inganna, quasi sempre, ricordatelo. Pensa a te, rialzati, sistemati e lasciati le cose alle spalle, con un sorriso, gratitudine e anche qualche offesa magari eh, quella ci sta sempre. Forse hai smesso di cercarlo per strada, hai smesso di volerlo incontrare per caso o di svisionarlo ovunque al solo vedere una felpa leggermente simile alla sua. Non lo so, spero solo che tu stia tranquilla e bene con te stessa, non è facile né scontato, lo sai, ma infondo hai ancora vent'anni! :)