Cara Valentina o me stessa( non so cosa sai meglio),
sono io, me, e ti scrivo perché...perché...perché ho inviato tanti messaggi, scritto qualche lettera, spedito un sacco di cartoline, perché si dice che bisogna fare agli altri ció che vorresti fosse fatto a sé, bé allora e tempo che la riceva, quella lettera che non arrivata mai, quel messaggio che non mi é stato spedito, quelle parole che non ti sono state dette...
Ero intera quando ho pensato come avrei voluto come sarebbero dovute andare le cose...prima che mi rendessi conto che non solo ero in catene, ma ero anche in una bella prigione, io credevo di essere riuscita a liberarmi da quel primo amore che ancora prima che lo diventasse fu per me quasi un'ossessione, che mi aveva corroso, e da cui ero uscita piú forte e pronta a un rapporto speciale che non avevo cercato...ma le cose cambiano e i nodi vengono al pettine..volevo volare, ma col piombo addosso ineviabilmente cadi...e cosí inziai a perdere quota..
quella sera mi sembrava di riaverlo finalmente tra le braccia, invece io avevo la vista offuscata...non capii che stavo facendo l' unica cosa che non si deve fare..e lui invece di venire sotto casa mia, o di farci incontrare dove ci siamo incontrati per la prima volta, su quella discesa nella strada sopra il corso, di chiedermi perché avevo detto quelle cose, di abbracciarmi, di chiedermi quel bacio che volevamo entrambi...e dire che non importava nulla, ció che stato detto, fatto, aspettato...finalmente eravamo insieme e non contava altro....ma non é andata cosí, lui sparí e mi abbandonó a me stessa.
Grazie a quel dolore iniziai a capire che stavo precipitando, a dicembre il treno ha fischiato...ero a casa, tra la neve, il pub, la famiglia, le rinascite...e poi gennaio..tornare in quella gabbia che ora vedevo...e poi la rivelazione...la trasgressione, l'errore, lo strappo alla regola per respirare...non ho fatto la verifica di filosofia, o meglio ho scritto tutto quello che sentivo...inetta,sola,in balia del dovere e degli altri,deludente,col cuore a pezzi, impaurita, spaventata per il futuro e ferita dal passato che decideva un presente che non vivevo...
Il mio prof non mi ha dato 5, e non mi ha sbugiardata, é venuto in classe, 2 giorni dopo, sorridendo, penso intorno alle ore di metá mattina...mi ha chiesto di parlare con me, come faceva lui, si é poggiato per sedersi vicino al tavalo vicino a quelle finestre da cui avrei voluto buttarmi per molte volte passate e da cui poi ho imparato a salutare, e mi ha chiesto:" che succede?" "allora che cosa é successo?" non lo aveva fatto mai, lui mi ha guardato senza giudicarmi, senza pretendere un sorriso, senza che non avesse comprensione, empatia, sentimento, presenza...e alla fine ho detto...."non é grave ce la faró"
Dopo poco inziai il mio percorso, facevo test, leggevo articoli, quiz, dormivo e non volevo vedere nessuno, dopo che non mangiavo piú, non dormivo, non ridevo piú, non amavo piú, almeno non veramente....e piano piano capii
Io andavo bene cosí...sono una persona altamente sensibile
io non dovevo essere perfetta, sono piú complicata e gli errori sono a volte tanto necessari
io ero stata abbandonata, ma forse andava bene cosí, perché ora vedevo, e potevo correre grazie a quella benzina e partire per la mia strada, basta urla, basta bugie, basta rassegnazione, basta critiche, basta insulti, solitudine, risate finte, infelicitá cronica...
e alla fine ce l' ho fatta...sono a perugia, ho superato il test, sono all' universitá, ho un appatamento, una macchina, e un volto che si sente bello e che sorride meno ma sincermente..con persone nuove da conoscere...in corsa per la mia vita
Ma contemporaneamente c'é stata una pandemia, ancora in giro che non mi permette di andare dove voglio quando voglio, di non abbracciare, di non ballare e bere ad una festa, di baciare...anche se in tutto questo casino, ho avuto anche un primo bacio tanto bello quanto stronzo il ragazzo con cui ci siamo fatti questo dono
Cosí non so quando, oltre a stringere la mia cuginetta Marika tra le braccia, potró rivedere lui per dimostrarci che possiamo non ferirci piú, parlandoci o meno, quando potró tornare a ballare e a vestirmi per una serata che voglio ricordare perché cappero ormai sono del mio secondo decennio di vita...non lo so
Non so neppure se quel ragazzo che tanto mi ha attirato alle sue braccia, col nome di un poeta incredibile mi " corteggerá" davvero per scoprire chissá cosa nel tempo
Non so neppure se magari incontreró un ragazzo che sia pazzo di me, mentre trovo un modo per tornare in quel posto che mezzo incasinato, senza lavoro, con un sacco di problemi e lontana mi ha conquistato con la mia sila, il cibo e una fisarmonica... chissá se saró tornata a casa o avró portato la mia casa in me, se avró modo di capire come costruire un incredibile equilibrio dinamico, in me e fuori da me e chissá cos'altro
se saró un' ostetrica, se saró piú bella, se saró con un anello di fidanzamento o con un biglietto vincente dellla lotteria...ció che voglio dirti che non devi, non voglio dimenticare...perché grazie a tutto questo ora sei libera..vale. Sei LIBERA...non hai piú le sbarre alla finestra...e sappi che io ti voglio bene, non importa se non sanno prendersi cura di te, quelli cosí accompagnali gentilmente alla porta e lascia che ci sia un abbraccio forse e un bacio sincero a farti compagnia, a essere condiviso in questa vita, in cui, dall' oggi al domani il sole puó smettere di splendere, ma che con amore e lavoro puó sorgere ancora e piú bello che mai...piú bello che mai
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