Lettera pubblica

Probabilmente non leggerai mai questa lettera e sto scrivendo giusto per passare il tempo. Al momento sto a scuola e se ti chiedi come sto non ti saprei rispondere. Non sto bene. Ma non sto nemmeno male. Se ti chiedi come va con Hazbin lascia stare. Non mi interessa più. Non mi interessa più di Alastor e si sto iniziando a dire il suo nome. Il suo è un nome normale come altri. Onestamente non so nemmeno se sarai viva tra un anno e non ti auguro nulla. Non ti auguro felicità perché è insensata come la vita in sé. Un anno fa speravi che io avessi shiftato, che io stessi bene, ma mi dispiace la situazione è solo peggiorata. A dire il vero va bene così. Non mi sono mai sentita in grado di essere un essere umano. Non lo sono mai stata in grado e non deve per forza essere una cosa triste. In realtà è normale. Va bene così. Non esiste un senso nelle cose, siamo sempre stati noi a darne uno. Mi dispiace solo per i miei genitori che dovranno spendere ancora soldi per i miei farmaci e per la terapia. Ormai per me non ha senso, potrei anche concluderla ormai. Non voglio tornare a dare un senso alle cose, se in sé niente ha senso. Non ti auguro nulla, non andrò nel dettaglio perché ho perso la mano nello scrivere. Non so più fare nulla e sinceramente mi auguro solo di chiudere gli occhi e di smettere di soffrire perché, anche se non provo tristezza, per un umano il vuoto è il culmine della sofferenza.