Cara Alice del futuro,
Ho deciso di scriverti questa lettera per dirti tante cose per me importanti.
Intanto volevo congratularmi con te per aver passato l'esame di terza media, so che per te non è stato facile, ma ci hai messo tutto il tuo impegno e tutta la tua concentrazione per arrivare a questo obbiettivo e ti confermo che...ce l'hai fatta, si esatto.
Sei convinta di non riuscire mai a portare a termine un compito o svolgere una qualunque attività, ma ti sbagli. A volte ricadi nel pensiero di non potercela fare e di fallire agli occhi di tutti, ma sei umana come tutte le persone che ti stanno intorno e soprattutto, sbagliare è normale ed è importante. Non farti sottomettere dalle persone che non credo in te e pensano che:"non sei abbastanza brava" perché non è vero! Se ci metti l'impegno, la grinta e tutta la forza che hai rinfacci a tutte quelle persone che ti hanno fatto sentire insicura e debole la persona che sei e la potenza che hai. NON TI LASCIARE SCORAGGIARE. Non so se ti ricordi com'è andato il tuo esame, quindi, te lo riassumo in breve. Ti sei preparata tanto, hai passato i giorni prima dell'esame sempre tappata in camera a leggere schede, fare riassunti e ripetere le formule matematiche, come sempre ti sei ridotta all'ultimo ma la tua testardaggine ha dato i suoi frutti. Cosa che ha molto stupito le persone intorno a te è stata la presenza, hai assistito ad almeno 15 esami dei tuoi compagni, mi ricordo che i professori ogni volta che entravi nella stanza per vedere l'esame di qualche tuo compagno non ti salutavano neanche, ti dicevano:"Alice, ancora qui?" E tu sogghignavi consapevole del fatto che loro erano molto felici ad avermi lì. Hai passato 3 giorni a scuola, il giorno del tuo esame eri lì dalle 9; hai passato tutta la mattina a camminare avanti e indietro per il corridoio, eri molto tesa, ma non lo davi a vedere con il tuo sorriso che emanava felicità e tranquillità, ti chiedevano:"tesa per l'esame?" E tu o facevi no con la testa o dicevi:"no per niente". Il tuo esame eri intorno all'una (non ricordo precisamente) ti sentivi pronta ad affrontare qualsiasi cosa, una sensazione mai provata, la sensazione della vittoria. Prima di entrare nella stanza tu sei rifugiata in bagno e ti sei lasciata trasportare dall'ansia e dallo stress, il tuo punto debole; pensavi che per una volta saresti riuscita a sconfiggere pure quella ma ti sei resa conto che è sempre stata dentro di te, come una calamita che non si stacca, una pezzo di te. Per fortuna poco dopo ti sei ripresa, hai sfoggiato il tuo sorriso e sei entrata. Ancora una volta hai assaporato il sapore della vittoria, eri il cibo prelibato da servire nel piatto d'oro, ed è questo che hai dato ai presenti, il piatto proibito che mai si sarebbero aspettato, quello che mai sono riusciti a trovare e assaggiare. Hai iniziato a parlare a raffica. Avevi tutti gli occhi puntati addosso, ma non ti sentivi sotto pressione, ti sentivi libera, finalmente; libera dello scudo che sempre ti ha bloccato e sempre ti ha difeso dalla tua più grande debolezza:"non sapere abbastanza" che si si ritorceva contro come un:"non parli abbastanza, devi cambiare". Appena hai finito il tuo discorso hai guardato uno per uno negli occhi e questi a loro volta tra di loro. Non sapevano che dire, GLI AVEVI STESI e detto tra noi, avevi steso anche te stessa. Eri felice, questa era la tua emozione principale. È bello ripensarci, ti fa sentire capace di tutto, anche se può sembrare impossibile.
Riguardo i sogni non ne ho uno grande, ne ho tanti piccolini o meglio ho tante cose che vorrei fare, cose che per me non sono banali:
Vorrei tatuarmi un qualcosa che rappresenti una mia insicurezza sconfitta, un qualcosa che mi rafforzi appena lo vedo o un qualcosa che vi fa capire che è importante lottare contro questa insicurezza per stare meglio; vorrei andare in Grecia, in questo periodo mi ispira e vorrei anche andare in qualche paese africano del centro o del sud, ho questo puntino da qualche mese; a settembre vorrei anche andare in una palestra ad allenarmi (anche se la mamma mi dice che sarebbe meglio uno sport normale) perché mi sento proprio male, male con me stessa, non mi vedo e non mi sento bella, non riesco proprio ad accettarmi, cerco di coprirmi la pancia, le braccia e le gambe ma il caldo non aiuta.
Sto cercando di ripassare qualche materia in modo tale da non arrivare impreparata a settembre ed essere in pari con gli altri, dire questa cosa mi sofferenza, perché io tendo a non paragonarmi agli altri poiché alla fine ne esco penalizzata, ma arrivando a scuola quasi impreparata molto probabilmente mi metterà a disagio e cercherò di proteggermi con lo stesso scudo di cui mi sono liberata da poco. Spero di trovare un bell'ambiente nella nuova scuola, perché mi serve calma e serenità, non voglio problemi di tipo sociale, ma ancora non posso saperlo.
Il mio obbiettivo di questo nuovo percorso scolastico è quello di impegnarmi, impegnarmi tanto, per avere dei buoni risultati; per me e soltanto per me. Sono stanca di fare le cose per gli altri, sono stanca di impegnarmi per gli altri, perché alla fine le persone vogliono di più, non si accontentano mai e non sono mai felici dell'obbiettivo che ho raggiunto; dipendo dalle scelte delle altre persone e questo mi pesa. Da settembre voglio dipendere da me!
In questa lettera ho cercato di dirti gli argomenti che mi stanno più a cuore e ho deciso di NON parlare di persone che nn siano te, perché purtroppo non prevedo il futuro e non so in che rapporti sei con gli esseri umani intorno a te. Mi rendo conto che vorresti sapere del altro, come le cazzate o le cose che faccio durante il giorno. Però queste io vorrei raccontarle a qualcuno che mi stia ad ascoltare per davvero, che non alzi gli occhi al cielo se dico qualcosa, che rida di gusto faccio una battuta (anche scema), che stia ad ascoltare e condivida con me tutti i gossip del momento, che mi dedichi a sua volta canzoni, testi, frasi ecc. Ma so che purtroppo questa persona non esiste, se non me stessa.
PS. Spero di dimenticarmi al più presto di questa lettera ma data la mia impazienza so che mi ricorderò ogni parola.
Con tanto, tantissimo affetto l'Alice del passato